25/01/2018
Approvato il bilancio preventivo 2018-2020
Il Consiglio di Amministrazione Atc ha approvato oggi con parere favorevole del revisore il bilancio preventivo 2018-2020, il primo su base triennale secondo quanto stabilito dal decreto legislativo 118/2011 che inserisce l’Agenzia nel perimetro di consolidamento della Regione Piemonte. Il bilancio di previsione finanziario 2018-2020 è stato predisposto nel rispetto del principio del pareggio finanziario complessivo di competenza e tiene conto degli obiettivi che l’Agenzia intende conseguire nel corso degli esercizi, così come descritti nel Piano delle attività, e complessivamente prevede entrate ed uscite, di pari importo, per 166.215.646,26 euro per il 2018, a 149.488.774,85 per il 2019, a 142.894.045,32 per il 2020. Essendo il primo anno di applicazione del nuovo schema di bilancio, non è possibile effettuare un raffronto tra i dati del bilancio di previsione e quelli dell’assestamento 2017, approvato con deliberazione del C.d.A. n. 110 del 30 novembre 2017.
Alla luce dei nuovi principi contabili e del progressivo impoverimento delle entrate, la previsione triennale verte su una necessaria logica di risparmio, finalizzata a salvaguardare le risorse destinate alla manutenzione ordinaria degli immobili (30mila appartamenti gestiti nella Città Metropolitana di Torino). Sarà infatti mantenuto sulla media di circa 5milioni di euro annui lo stanziamento per la messa in sicurezza degli edifici, a beneficio di un patrimonio immobiliare che “invecchia” progressivamente e per il quale sarebbero necessari in misura sempre maggiore interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico (l’intero fabbisogno di manutenzione, urgente e non, è stimato ad un totale complessivo di ben 90milioni). Le principali entrate sono rappresentate dai canoni di locazione, che si attestano in media a 98 euro mensili con una percentuale di morosità istantanea crescente: nel 2017 la morosità sulle bollette emesse è stata del 35% (emesso: 77.123.030,88 – morosità: 26.999.552,05) anche se grande è l’impegno sul recupero crediti, che porta questa percentuale, nel giro di 5 anni, a ridursi fino al 10,96% (cosiddetta morosità “storica” al 31/12/2017) fino ad arrivare a poco più del 3% nell’arco di dieci anni.
Tra i risparmi, per il 2018 è prevista una diminuzione degli stanziamenti per servizi resi dalle due società partecipate Exe.Gesi e Case per un totale di 2,6 milioni di euro mentre sarà di 1milione e 80mila il taglio sulle spese generali e di funzionamento dell’ente. Per gli esercizi 2019 e 2020 si è partiti dalla quadratura trovata per il 2018 con alcuni aggiustamenti soprattutto per far fronte all’accantonamento, previsto dalle nuove disposizioni, di un fondo crediti di dubbia esigibilità che ammonterà a 1.945.277,11 euro per il 2018, 2.984.361,13 per il 2019 e 3.812.182,16 per il 2020. Tra le altre riduzioni di spesa, sempre con l’obiettivo prioritario di non tagliare i fondi da destinare alle manutenzioni ordinarie, si prevede per il 2019 1milione e 32mila euro di risparmio previsto per la produttività del personale rispetto all’anno precedente. Nel 2019 e 2020 saranno inoltre reinvestiti – sempre allo scopo di finanziare le manutenzioni straordinarie e le riqualificazioni più urgenti - 3,3 milioni derivanti della cessione di partecipazioni societarie detenute dall’Agenzia.
Ammontano infine a 34 milioni di euro in totale i crediti vantati da Atc nei confronti di altri enti (Regione Piemonte e Comuni), derivanti da quote di fondo sociale per i morosi incolpevoli degli anni precedenti ancora non corrisposte (21.794.797,11 milioni) e da risorse anticipate per il completamento di interventi di risanamento e nuova costruzione (12.407.795,72 milioni).
«Il contesto generale in cui operiamo è difficile – spiega il presidente Marcello Mazzù- perché vede da un lato la riduzione progressiva delle entrate e dell’altro la necessità di far fronte alla nostra mission di amministratori, con un patrimonio immobiliare che necessita di manutenzione costante e un’utenza sempre più fragile per la quale occorrono specifiche azioni di sostegno. La recente riorganizzazione delle società partecipate, passate da cinque a due, ha prodotto sicuramente dei risparmi, così come il costante lavoro di recupero della morosità pregressa ci permette negli anni di recuperare percentuali considerevoli di debito. Tuttavia, i cospicui crediti che ancora mancano all’appello, in una previsione triennale, potrebbero costringerci ad altri tagli di spesa, cui speriamo di non dover ricorrere mettendoci da subito al lavoro e chiedendo a ciascuno di fare la sua parte».