30/03/2020

Approvato il bilancio di previsione 2020-2022

Il Consiglio di Amministrazione dell’Atc del Piemonte Centrale (Emilio Bolla, presidente; Fabio Tassone, vicepresidente; Marcello Mazzù, consigliere, in carica dal 30 dicembre 2019) ha approvato oggi con parere favorevole del revisore supplente il bilancio preventivo 2020-2022. Si tratta del terzo su base triennale, secondo quanto stabilito dal decreto legislativo 118/2011 che inserisce l’Agenzia nel perimetro di consolidamento della Regione Piemonte tra gli enti strumentali tenuti ad adottare i principi di contabilità “armonizzata”. La seduta si è svolta in videoconferenza.
 
Il bilancio di previsione finanziario 2020-2022 è stato predisposto nel rispetto del principio del pareggio finanziario complessivo di competenza e tiene conto degli obiettivi che l’Agenzia intende conseguire nel corso degli esercizi, così come descritti nel Piano delle attività, e complessivamente prevede entrate ed uscite, di pari importo, per 224.589.624,12 euro per il 2020, 164.431.760,84 per il 2021 e 164.281.760,84 per il 2022.
 
Il bilancio triennale approvato si presenta molto rigido, in particolare rispetto a tre elementi. In primo luogo l’accantonamento per il fondo crediti di dubbia esigibilità previsto dalla norma, che già dal 2020 è pari al 100% dell’importo calcolato ex lege e ammonta a 2.464.949,63 milioni di euro. Vi è poi la necessità di non penalizzare l’attività di manutenzione, sia quella necessaria a garantire la sicurezza degli immobili, sia soprattutto quella utile a rendere nuovamente abitabili gli appartamenti sfitti, che rappresenterà uno degli obiettivi di miglioramento di questa amministrazione per i prossimi anni. Per l’anno 2020 l’importo stanziato previsto (riferito al patrimonio di sola proprietà Atc) ammonta a 4,71 milioni cui potranno aggiungersi le somme stanziate dagli altri proprietari degli immobili (Comuni, altri enti) ed eventuali altri finanziamenti statali o regionali. Va infine considerata la rigidità delle entrate, la cui principale voce è costituita dai canoni di affitto, stabiliti sulla base dei redditi degli assegnatari e sui quali incide una morosità istantanea del 30% circa (anche se grande è l’impegno sul recupero crediti, che porta questa percentuale, nel giro di 5 anni, a ridursi fino al 10% -cosiddetta morosità “storica”- fino ad arrivare a poco più del 3% nell’arco di dieci anni. Il canone medio si attesta a circa 90 euro mensili ed è progressivamente destinato a diminuire se si tiene conto che la media del canone d’affitto per le nuove assegnazioni (famiglie prevalentemente a reddito zero) è di 68,5 euro mensili. Si evidenzia perciò maggiormente il forte disequilibrio tra queste entrate e i costi effettivi per la gestione e il mantenimento delle unità abitative.
 
Tra le priorità individuate dalla nuova amministrazione per il prossimo esercizio indicate nella relazione programmatica ci sono la riduzione dei tempi di attesa per la messa a disposizione ai Comuni di alloggi utili all’assegnazione (attività per la quale si chiederà di utilizzare economie derivanti da vecchi piani di investimento ormai conclusi), nuove azioni di contrasto e prevenzione delle occupazioni abusive e l’implementazione, con l’aiuto di ecobonus e leve fiscali, degli interventi di efficientamento energetico.
 
Rispetto all’attività costruttiva e manutentiva dell’ente, il periodo 2020-2022 sarà caratterizzato principalmente da attività legate ai cantieri già in corso e alla manutenzione ordinaria e straordinaria dell’esistente. Gli interventi oggetto di programmazione saranno finanziati prevalentemente con risorse riferite ai proventi delle vendite di alloggi ai sensi della legge 560/93 e ai fondi di cui alla legge 513/77 e dall’art. 4 del Decreto Legge 28 marzo 2014 n. 47 (convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 2014 n. 80da destinare in via prioritaria per la ristrutturazione di alloggi sfitti e interventi di adeguamento energetico. Nell’ultimo bilancio, dati consuntivo 2018, i proventi delle vendite e dei diritti di prelazione erano di 6,87 milioni di euro e la previsione per il 2020 è di 5,71 milioni. Va ricordato che, proprio a seguito delle progressive minori entrate, nel 2018 una modifica alla legge regionale 3/2010 aveva consentito alle Atc di utilizzare per un triennio fino all’85% dei proventi delle vendite per il disavanzo, ovvero per il fondo di dubbia esigibilità, in modo da non incidere sulla spesa corrente. Il triennio terminerà nel 2021, quando, se non intervengono nuovi provvedimenti, l’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità dovrà avvenire con risorse correnti.
 
Per quanto riguarda, infine, i crediti da parte di altri enti (Regione Piemonte e Comuni), per quote di fondo sociale per i morosi incolpevoli degli anni precedenti ancora non corrisposte e risorse anticipate per il completamento di interventi di risanamento e nuova costruzione, il totale è diminuito: nel bilancio di previsione triennale approvato a gennaio 2019 ammontavano in totale a 45 milioni di euro; a gennaio 2020 sono invece 29,5 milioni. Nello specifico, la Regione Piemonte deve 13milioni 350mila, di cui 6milioni e 900mila riferiti al fondo sociale per gli anni dal 2014 al 2018 e 6milioni e 400mila per anticipo di risorse per nuove costruzioni e manutenzioni straordinarie mentre i Comuni devono corrispondere complessivamente 16,15 milioni.
 
«Questo Consiglio di Amministrazione si è insediato all’inizio dell’anno, approviamo questo primo bilancio in un momento di grande emergenza e difficoltà per tutto il paese – commenta il presidente Atc, Emilio Bolla – e lo facciamo per garantire a questa Agenzia la piena operatività, in modo da poter continuare ad erogare servizi essenziali per gli inquilini che vivono nei 30mila appartamenti gestiti. Abbiamo individuato temi strategici su cui lavorare nei prossimi mesi e altrettanto impegno verrà speso nel cercare nuove forme di finanziamento per gli investimenti necessari, che sono molti di più di quelli che, al momento, le risorse a disposizione ci permettono di programmare».

 



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