ATC, L’INNOVAZIONE SOCIALE PASSA (ANCHE) DALLA PORTINERIA

Per l’Atc del Piemonte Centrale è un progetto sperimentale, ma potrebbe diventare un modello di innovazione sociale. Un portinaio che, accanto alle abituali mansioni di pulizia, piccola manutenzione e ritiro della corrispondenza, affianchi una mission sociale, favorendo l’integrazione e le relazioni di vicinato e mette in campo piccole azioni di aiuto per gli abitanti in difficoltà (dalla compilazione del curriculum alla distribuzione di pacchi viveri).

Il primo esperimento è partito a fine 2016 nelle case tra corso Farini e via Faa di Bruno nel quartiere Vanchiglia, un complesso di edilizia agevolata dove vivono 250 famiglie tra pensionati dell’ex azienda Italgas, famiglie in situazioni di emergenza abitativa ospitate dal progetto LocaRe della Città di Torino, dalla Fondazione don Mario Operti e dalla Fondazione Specchio dei Tempi che qui offrono una soluzione abitativa temporanea a chi è in difficoltà. Il primo biennio è stato affidato alla Cooperativa sociale Zenith e al momento è aperto il secondo bando pubblico che garantirà la prosecuzione del progetto. L’avvio ha previsto un cofinanziamento da parte di Atc che ha messo a disposizione gli spazi per la portineria, ma prevede, come per tutti i servizi di portineria, una quota a carico dei residenti dello stabile come spesa condominiale.

Il bilancio dei primi due anni è positivo e lo raccontano i protagonisti in questo video  https://www.youtube.com/watch?v=QMWuA9F0O-w

«Nel mutato contesto economico e sociale in cui ci troviamo l’edilizia residenziale pubblica – spiega il presidente Atc Marcello Mazzù - deve trasformarsi in un servizio abitativo il più possibile funzionale alle necessità della famiglia e della persona, per cui la casa sociale non sia il fine, ma un’opportunità all’interno di un percorso di emancipazione e miglioramento della qualità di vita dell’individuo. Esperienze come questa vanno proprio in questa direzione e non è detto che in un futuro prossimo la portineria sociale non possa diventare un modello di gestione abitativa per le Agenzie per la casa pubblica come la nostra».

Per questo motivo, l’iniziativa ha già fatto il bis: da qualche settimana, nell’ambito di un progetto in partenariato con l’amministrazione comunale, è partita la portineria sociale gestita dal Gruppo Abele e dall’associazione Bellavista Viva nel quartiere Bellavista di Ivrea. Un quartiere popolato per un terzo da over 65enni, dove alle difficoltà economiche degli assegnatari si sommano anche fragilità legate all’invecchiamento, alla non autosufficienza e alla solitudine. Obiettivo sarà dunque assicurare interventi di prossimità finalizzati alla migliore qualità della vita ed alla migliore conservazione del patrimonio immobiliare.

 



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